Published by GIMe
Posted on 30 novembre 2015
Nei giorni scorsi (26-28 novembre) è stata promossa, dall’Università del Cairo, l’annuale conferenza in ambito oncologico.
Vista l’alta incidenza di mesoteliomi che si sta manifestando nell’area della Capitale egiziana , è stato invitato, in qualità di relatore, il Prof. Mutti per esporre le novità e gli ambiti cui si sta rivolgendo la ricerca medico-scientifica nei confronti dei tumori amianto-relati.
Dall’incontro con i colleghi egiziani, è nata una nuova collaborazione che unirà l’università di Salford Manchester e quella de Il Cairo. Una delegazione di quest’ultima di si recherà, infatti, nel febbraio prossimo, in Inghilterra, avviando uno studio sui campioni di tessuti provenienti dai pazienti egiziani. E’ questa una preziosa occasione di studiare campioni provenienti da soggetti appartenenti ad un background genetico diverso, in grado di offrire nuove prospettive ed occasione di approfondire lo studio dei meccanismi genetici e, soprattutto, di individuare targets terapeutici
Altro, importante, tema del congresso, incentrato sulla terapia, è stata la sostenibilità economica e reale efficacia di tanti farmaci chemioterapici e “biologici” attualmente in uso.
l’impiego di Farmaci costosissimi dovrebbe avere come naturale obiettivo l’aumento della sopravvivenza dei pazienti. Assistiamo , invece, con una certa frequenza, alla promozione di trial clinici i cui end-point primari ignorano tutto ciò
a tal proposito, forniamo il link ad una pubblicazione appena uscita, a cura del gruppo del Prof Mutti ,cui è stato chiesto, in qualità di esperto, una revisione dei lavori inerenti l’immunoterapia nel mesotelioma (tremelimumab).
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26560442
Le conclusioni di tale, approfondito, lavoro di analisi dei dati e pubblicazioni a disposizione, è che, aldilà di proclami e pubblicità, il farmaco in questione (tremelimumad, Yondelis) non ha ancora dimostrato alcuna efficacia nell’aumento della sopravvivenza dei pazienti
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